Si definiscono “Rifiuti Sanitari” quei rifiuti che derivano da strutture pubbliche e private che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca (DPR n. 254/2003, art. 2).
Ai sensi della normativa vigente, i rifiuti sanitari sono distinti nelle seguenti tipologie:
rifiuti sanitari non pericolosi;
rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani;
rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di smaltimento;
rifiuti da esumazioni e da estumulazioni, nonché i rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali, esclusi i rifiuti vegetali provenienti da aree cimiteriali;
rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, con l’esclusione degli assorbenti igienici.