L’intesa è stata raggiunta: l’accordo che sblocca l’end of waste darà nuovo impulso all’economia circolare in Italia. La modifica è stata inserita nel decreto sulle crisi aziendali e supera la misura contenuta nella legge 55 del 14 giugno 2019.
La nuova modifica
Nell’emendamento approvato si specificano alcuni criteri che riguardano:- materiali di rifiuto in entrata ammissibili ai fini dell’operazione di recupero
- processi e tecniche di trattamento consentiti
- criteri di qualità per i materiali di cui è cessata la qualifica di rifiuto, i valori limite per le sostanze inquinanti
- requisiti affinché i sistemi di gestione dimostrino il rispetto dei criteri che stabiliscono la cessazione della qualifica di rifiuto (controllo qualità, monitoraggio e accreditamento
Ma cos’è davvero l’end of waste?
Con questa sigla si intende il processo di recupero eseguito su un rifiuto, al termine del quale esso perde la sua qualifica per tornare a essere un prodotto. L’End of Waste è quindi il processo che trasforma il rifiuto in un prodotto nuovamente utile. Ma quando un rifiuto smette di esserlo? La risposta più semplice è: quando è sottoposto a un’operazione di recupero e soddisfa alcune semplici condizioni:- è utilizzato per scopi specifici
- esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto
- soddisfa requisiti tecnici nel rispetto di normativa e standard
- il suo utilizzo non porta a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana