Rifiuti assimilabili agli urbani o assimilati? Trova le differenze

20 Agosto 2021
Rifiuti assimilabili agli urbani o assimilati? Trova le differenze

Prima di tutto una definizione: con rifiuti assimilabili agli urbani s’intendono quelle tipologie di rifiuti che hanno caratteristiche e composizione merceologica tali da consentire il recupero o lo smaltimento in impianti originariamente progettati per il trattamento di rifiuti urbani. Si tratta quindi di manufatti o materiali il cui smaltimento non dia luogo a emissioni, affluenti o effetti che comportano pericoli a uomo e ambiente.

La differenza con i rifiuti assimilati agli urbani sta proprio nella natura del loro nome: gli assimilati sono quei rifiuti che esercitano il potere di assimilazione che gli è stato conferito da enti locali territoriali dall’articolo 198 comma 2 lettera g del D.Lgs. 152/06.

Ogni Comune aveva quindi la facoltà di scegliere quali rifiuti speciali assimilabili assimilare ai rifiuti urbani, escludendo quelli che si formano nelle aree produttive, inclusi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, ma esclusi quelli prodotti in uffici, mense, bar, locali di servizio dei lavoratori e aperti al pubblico e quelli che si formano nelle strutture di vendita (considerandone però la superficie).

Il 1° gennaio 2021 qualcosa è cambiato: è entrata in vigore la nuova definizione di rifiuti urbani, tra i quali si annoverano anche quelli di origine non domestica, ma ritenuti “simili” per natura e composizione.

Rifiuti urbani: la nuova definizione

Con il nuovo aggiornamento del D. Lgs. 116/2020 entrato definitivamente in vigore il 1° gennaio 2021 si è introdotta la nuova definizione di rifiuti urbani che li identifica come rifiuti domestici e rifiuti provenienti da altre fonti (vendita al dettaglio, amministrazione, istruzione, servizi del settore della sanità, alloggi, servizi dell’alimentazione e altri servizi e attività che per natura e composizione sono simili ai rifiuti domestici). Ne fanno anche parte quindi i rifiuti provenienti dalla manutenzione del verde pubblico, i rifiuti risultanti dalla pulizia dei mercati e dalla nettezza urbana.

Con quale scopo si ridefiniscono i rifiuti urbani?

Il fine ultimo di questa nuova definizione è chiarire l’ambito di applicazione degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti.

Ma non è tutto: con la nuova disposizione il potere di assimilare i rifiuti speciali è passato allo Stato che stabilisce quali tipologie di materiali e attività possono generare scarti da gestire al pari di quelli urbani.

Rifiuti Simili sono al pari dei Rifiuti Industriali

E cosa succede ai rifiuti industriali? Ci sono delle differenze. Per le attività industriali con capannoni di produzione si esclude la possibilità di produrre rifiuti “simili” ai domestici e quindi “urbani”. Da queste particolari attività si generano soltanto rifiuti speciali.

Hai bisogno di gestire e smaltire rifiuti speciali? Puoi richiedere maggiori informazioni ai Nostri Consulenti Specializzati. Contattaci Ora

Ecco quindi una nuova necessità per le attività industriali: la riclassificazione dei rifiuti che fino al 31 dicembre erano definibili come “assimilati” agli urbani; il ricalcolo dell’area tassabile ai fini della TARI (tariffa comunale sui rifiuti), in relazione alle aree che concorrono alla produzione dei rifiuti urbani quali quelle adibite a ufficio.

Gestire i rifiuti, urbani e speciali, simili e assimilati, è sempre più un obiettivo necessario e fondamentale, al fine di salvaguardare non solo l’ambiente ma anche le persone.

Articoli correlati

Retri: Apertura finestra temporale per i soggetti obbligati che si devono iscrivere dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025

Rentri: Apertura finestra temporale per i soggetti obbligati che si devono iscrivere dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025

A partire dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025, i soggetti che rientrano nella seconda fase di iscrizione RENTRI dovranno adeguarsi alla normativa del D.M. 4 aprile 2023, n. 59, riguardante il Registro Elettronico Nazionale per la...

MUD – Modello Unico di Dichiarazione ambientale per l’anno 2025: la scadenza è il 28 giugno 2025

MUD – Modello Unico di Dichiarazione ambientale per l’anno 2025: la scadenza è il 28 giugno 2025

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale) n. 49 del 28 febbraio 2025, il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 gennaio 2025 recante l’approvazione del Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) per l’anno 2025, che dovrà essere...

Terre e rocce contaminate: come vengono gestite e trattate

La gestione e lo smaltimento delle terre contaminate rappresentano una delle sfide più complesse nell’ambito dei rifiuti edili. Durante le attività di scavo e costruzione, le terre e rocce provenienti dai cantieri possono contenere sostanze inquinanti che richiedono un trattamento...