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13 Aprile 2018

La Cina blocca l’import di carta riciclata di bassa qualità: scenario e possibili soluzioni

Ad oggi circa il 17,5% della carta riciclata raccolta in tutta Europa viene esportata in Asia, principalmente in Cina. È, dunque, evidente come il blocco all’importazione di carta riciclata di bassa qualità deciso nelle scorse settimane da Pechino, si riveli essere un vero problema per i Paesi europei, tra cui l’Italia.

Blocco dell’import: quali conseguenze per l’Italia?

La decisione della Cina ha avuto effetti pesanti sul sistema di smistamento della carta nel nostro Paese. L’Italia, infatti, si è ritrovata improvvisamente a dover fare i conti con una grande quantità di carta da macero (carta già utilizzata che viene reintrodotta nel ciclo produttivo) e con un conseguente crollo dei prezzi che incide sul sistema economico.

Alla luce dei fatti, la questione principale è relativa alle modalità di recupero della carta riciclata in eccedenza. La problematica non è semplice da affrontare perché sia l’Italia sia l’Europa raccolgono molta più carta di quanta poi ne riutilizzino; ecco perché l’export risulta essere un’importante soluzione. Basti pensare che, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, sono 1,9 milioni le tonnellate annue di carta riciclata esportate dall’Italia.

Il parere di Assocarta e le possibili soluzioni

Quali potrebbero essere, dunque, le possibili vie d’uscita per l’Italia a seguito della decisione deliberata dalla Cina? Su questa delicata situazione è intervenuta Assocarta (l’Associazione che rappresenta e tutela le aziende italiane produttrici di carta): È importante che vengano migliorati i sistemi di raccolta della carta e che vengano fatti gli impianti per recuperare gli scarti da riciclo”.

La questione però non è così semplice in quanto è necessario agire su più fronti. In primo luogo bisognerebbe attuare un percorso di educazione e istruzione rivolto ai cittadini affinché effettuino seriamente un’efficiente raccolta differenziata evitando di buttare carta riciclabile nei sacchetti dell’indifferenziata. Inoltre, sarebbe necessario migliorare l’attività di raccolta e selezione dei rifiuti effettuata dalle aziende addette al recupero.

Puntare su carta riciclata di alta qualità

Come detto, la Cina ha bloccato le frontiere per la carta riciclata di bassa qualità, mentre continua a importare quella di buona qualità. Una possibile via d’uscita, dunque, può essere proprio quella di impegnarsi per trasformare tutto il materiale riciclato in carta di buona qualità. In questo modo le cartiere italiane (ma anche quelle europee) sarebbero incentivate ad aumentare la loro attività di riciclo e le esportazioni potrebbero riprendere.

Rientra proprio in quest’ottica la dichiarazione di Massimo Medugno, direttore di Assocarta: “Il nuovo atteggiamento della Cina porta a due considerazioni: innanzitutto, non possiamo considerare la Cina come nostro retrobottega, visto che resta il primo produttore mondiale di carta con 105 milioni di tonnellate all’anno contro i 90 milioni di tonnellate dell’Europa. In secondo luogo, l’Italia e l’Europa devono pensare a fare una politica industriale sul riciclo: non basta raccogliere la carta, bisogna farlo meglio e bisogna chiudere il cerchio costruendo gli impianti per smaltire gli scarti da riciclo”.

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